Pembrolizumab sottocute: una nuova modalità di somministrazione efficace nel NSCLC metastatico

La somministrazione sottocutanea (SC) di pembrolizumab si è dimostrata non inferiore alla formulazione endovenosa (IV) in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) metastatico. I dati provengono dallo studio di fase III MK-3475A-D77, presentato all’European Lung Cancer Congress 2025 (abstract 8MO), e rappresentano un possibile cambiamento nella gestione clinica di questa popolazione di pazienti.

Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale anti-PD-1 ampiamente utilizzato nell’ambito dell’immunoterapia oncologica. La nuova formulazione SC, associata a berahyaluronidasi alfa per facilitare l’assorbimento del farmaco, consente una somministrazione più semplice e potenzialmente più rapida rispetto alla via endovenosa.

Il trial ha coinvolto 377 pazienti adulti con NSCLC metastatico naïve al trattamento, randomizzati con rapporto 2:1 a ricevere pembrolizumab SC (790 mg) o IV (400 mg) ogni sei settimane, entrambi in combinazione con chemioterapia a base di platino.

I risultati hanno confermato la non inferiorità della formulazione SC rispetto a quella IV per gli endpoint primari farmacocinetici:

  • Area sotto la curva (AUC) del primo ciclo
  • Concentrazione minima a regime (Ctrough)

Anche gli endpoint secondari – relativi a efficacia e sicurezza – hanno mostrato una sostanziale sovrapponibilità tra le due modalità di somministrazione.

La via sottocutanea potrebbe offrire vantaggi significativi nella pratica clinica:

  • Riduzione dei tempi di permanenza in ambulatorio
  • Minore necessità di risorse infermieristiche
  • Ridotta occupazione delle postazioni per infusione
  • Minor incidenza di eventi avversi legati alla somministrazione IV

Tuttavia, sarà importante valutare il rapporto costo-beneficio complessivo della nuova formulazione, considerando eventuali differenze nei dosaggi.

L’introduzione della somministrazione sottocutanea potrebbe contribuire a semplificare il percorso terapeutico per i pazienti con NSCLC metastatico, offrendo maggiore flessibilità e migliorando l’aderenza ai trattamenti. Saranno necessari ulteriori studi per definire l’impatto a lungo termine sulla qualità di vita, sui costi sanitari e sull’organizzazione delle strutture oncologiche.

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