Pubblicazioni

Lingua: Italiana

Autori: Mario Annunziata

EstrattoNegli ultimi decenni la gestione della leucemia acuta linfoblastica (ALL) ha vissuto una trasformazione profonda, con un’accelerazione evidente nell’ultimo decennio grazie all’introduzione di strategie terapeutiche innovative e a una comprensione sempre più raffinata della biologia della malattia. L’ALL, che rappresenta la leucemia acuta più comune nell’età pediatrica e costituisce una quota significativa anche nei giovani adulti e negli adulti, era storicamente caratterizzata da una prognosi severa soprattutto nei pazienti adulti. Oggi, invece, la combinazione tra nuovi schemi chemioterapici, immunoterapia, profilazione molecolare e trapianto allogenico di cellule staminali (HSCT) ha modificato radicalmente le prospettive di sopravvivenza.

Lingua: Italiana

Autori: Pietro Masullo

EstrattoLa medicina narrativa è in primo luogo uno strumento di scrittura e di ascolto e permette a tutti di parlare di vicende legate alla malattia che, tenute troppo a lungo soltanto nel pensiero di chi le ha vissute e le vive, avrebbero potuto precludere una possibilità di espressione del proprio vissuto interiore, importante ai fini di controllo e contenimento della malattia. In secondo luogo, applicando la metodica della ricerca qualitativa, si riescono a mappare i vari racconti, contestualizzandoli nelle situazioni che li hanno determinati, nei tempi che li hanno espressi, nelle modifiche e variazioni indotte dalla sequenza spaziale e temporale, con la necessaria attenzione ad adattare protocolli di ricerca al bisogno e al rispetto dovuto nell’onorare le vicende descritte. Infine la ricerca quantitativa consente di estrarre da tutti i racconti i dati utili per una comparazione, una valutazione, una generalizzazione dei risultati.

Lingua: Italiana

Autori: Pietro Masullo

EstrattoLa storia della medicina non è soltanto un modo accademico di studiare la biologia delle malattie, ma rappresenta uno strumento utile per meglio comprendere l’evoluzione di una singola patologia e di correlarla a fattori non solo genetici ma anche epigenetici e ambientali. Tutto ciò riveste particolare importanza nello studio della patologia neoplastica, nella cui insorgenza sono determinanti sia il fattore genetico sia quello ambientale. Conoscere la storia delle neoplasie nel corso dei secoli presenta indubbi vantaggi nella comprensione della malattia stessa. Il cancro viene sovente definito malattia del secolo o malattia del nostro tempo, in considerazione dell’aumento dell’incidenza, della prevalenza, della gravità della patologia, dell’enorme impiego di risorse, di tutto il vasto corredo di problemi che lo connotano, di domande che suscita. Ma in realtà è una malattia antica, temuta e considerata incurabile fin dall’antichità.

EstrattoAl recente Congresso ASCO 2025 sono stati presentati i dati del follow-up a 4 anni, relativi allo studio di confronto indiretto fra le combinazioni nivolumab + relatlimab (NIVO + RELA) e nivolumab + ipilimumab (NIVO +IPI), impiegate entrambe per il melanoma avanzato (non resecabile o metastatico). È stata condotta un’analisi, esploratoria, di confronto indiretto di questi due trattamenti utilizzando i dati di due studi clinici distinti: RELATIVITY-047 (NIVO + RELA) e CheckMate 067 (NIVO + IPI). I risultati a 4 anni hanno evidenziato che l’efficacia in termini di PFS, OS, ORR e sopravvivenza melanoma-specifica è apparsa simile fra i due trattamenti, anche se sono state osservate tendenze a favore di NIVO + IPI per l’ORR nelle pazienti con BRAF mutato o con livelli di lattato deidrogenasi 2 volte superiori il limite di normalità. La combinazione NIVO + RELA rispetto a NIVO + IPI è stata associata a una minore incidenza di eventi avversi di grado 3-4 correlati al trattamento e di qualsiasi grado che hanno portato a un’interruzione del trattamento.

EstrattoAll’American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2024 sono stati presentati i risultati aggiornati dello studio di fase III CheckMate 067 sulla combinazione nivolumab (NIVO) + ipilimumab (IPI) in pazienti non trattati con melanoma avanzato (metastatico o non resecabile), successivamente pubblicati sul New England Journal of Medicine. Con un follow-up minimo di 10 anni la combinazione di NIVO + IPI e NIVO in monoterapia continuano a dimostrare un beneficio superiore rispetto alla monoterapia con IPI, con una OS mediana di 71,9 mesi a favore della combinazione, di 36,9 mesi con NIVO e di 19,9 mesi con IPI. Anche la sopravvivenza media melanoma-specifica è risultata superiore ai 120 mesi con NIVO + IPI (con il 37% dei pazienti vivi alla fine dello studio) rispetto ai 49,4 mesi con NIVO e 21,9 mesi con IPI.

Autori: Maria Maddalena Laterza

EstrattoVengono discussi i risultati del follow-up a 45 mesi dello studio di fase III CheckMate 648 presentati al Gastrointestinal Cancers Symposium (ASCO GI) del 2024 e che ha valutato nivolumab con chemioterapia o ipilimumab in pazienti con carcinoma squamocellulare esofageo (ESCC) avanzato in prima linea. Lo studio ha dimostrato che entrambe le combinazioni hanno fornito benefici importanti in termini di sopravvivenza globale (OS) e risposte durature rispetto alla sola chemioterapia. I profili di sicurezza sono rimasti in linea con i precedenti studi, senza l’identificazione di nuovi eventi avversi1. Questi risultati supportano ulteriormente nivolumab + chemioterapia e nivolumab + ipilimumab come opzioni di trattamento in prima linea per il carcinoma squamocellulare esofageo avanzato.

Autori: Maria Maddalena Laterza

EstrattoIl carcinoma gastrico, in particolare negli stadi avanzati, continua a rappresentare una sfida clinica sostanziale a causa della sua prognosi tipicamente sfavorevole. L’avvento dell’immunoterapia, come il nivolumab, ha portato all’introduzione di nuove modalità di trattamento, migliorando i tassi di sopravvivenza. Il trial CheckMate 649, infatti, definisce un nuovo paradigma: la combinazione di nivolumab e chemioterapia va considerata lo standard terapeutico di prima linea per pazienti con adenocarcinoma gastrico o giunzionale, offrendo un marcato beneficio in sopravvivenza overall, particolarmente spiccato per i pazienti con CPS ≥5. In questi pazienti, infatti, la sopravvivenza globale mediana aumenta di oltre 3 mesi (HR 0,71), in modo coerente al vantaggio in termini di mediana di sopravvivenza libera da progressione di quasi 2 mesi e con la chance di lungo-sopravvivenza che raddoppia.

Autori: Angelo Vaia

EstrattoIl trial ARMANI è uno studio multicentrico, in aperto, randomizzato, di fase III condotto in 31 ospedali in Italia che ha arruolato pazienti adulti con carcinoma gastrico o della giunzione gastro-esofagea HER2-negativo localmente avanzato non resecabile o metastatico, che avevano il controllo della malattia dopo 3 mesi di FOLFOX (leucovorin, fluorouracile e oxaliplatino) o CAPOX (capecitabina e oxaliplatino). I pazienti sono stati assegnati in modo casuale (1:1) a paclitaxel + ramucirumab (gruppo di switch maintenance) o continuazione della chemioterapia a base di oxaliplatino, seguita da mantenimento in monoterapia con fluoropirimidina (gruppo di controllo). L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione. .

Autori: Angelo Vaia

EstrattoIl trial clinico globale, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, di fase III SPOTLIGHT supporta l’impiego di zolbetuximab in associazione alla chemioterapia a base di fluoropirimidina e platino per il trattamento in prima linea di pazienti adulti affetti da adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea (Gej) localmente avanzato non resecabile o metastatico, negativo al recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2) le cui cellule tumorali sono positive alla claudina 18.2 (CLDN 18.2). I dati indicano che il trattamento a base di zolbetuximab ha fornito miglioramenti statisticamente significativi nella sopravvivenza libera da progressione (PFS) e nella sopravvivenza globale (OS) rispetto alle chemioterapie standard di trattamento. La combinazione ha inoltre ridotto significativamente il rischio di morte rispetto alla sola chemioterapia.

Autori: Chiara Della Pepa

EstrattoIl carcinoma gastrico rappresenta un importante problema di salute globale. Nel 2024, in Italia, erano stimate circa 14.105 nuove diagnosi, 8.593 negli uomini e 5.512 nelle donne. Nel 2022 erano stimati quasi 10.000 decessi per questa patologia sempre con una certa disparità di genere, 8.593 negli uomini e 5.512 nelle donne. La sopravvivenza a 5 anni si aggira intorno al 30-35%1. Vi è una significativa variabilità nei dati epidemiologici tra i Paesi europei, tali differenze possono essere spiegate in parte da fattori di rischio ambientali, come l’infezione da Helicobacter pylori, e lo stile di vita (abitudini legate al fumo, consumo di alcol, assunzione di sale, consumo di carne rossa), in parte da fattori genetici.

Autori: Assunta Sgambato

EstrattoIl tumore gastrico rappresenta il quinto tumore maligno più comune al mondo e una delle principali cause di morte per cancro1,2. Nonostante l’elevata incidenza di tale neoplasia, nella maggior parte dei pazienti la diagnosi purtroppo avviene quando la malattia è ormai in stadio avanzato con prognosi infausta. La chemioterapia rappresenta lo standard di cura di prima linea nei pazienti con tumore gastrico o della giunzione gastroesofagea (GEJ) metastatico senza espressione di HER2. Tuttavia, la sola chemioterapia, sebbene sia stata un’opzione importante di trattamento per questi pazienti, è associata ad un beneficio di sopravvivenza marginale, spesso inferiore a un anno dall’inizio del trattamento. I progressi emergenti nella ricerca clinica hanno recentemente interrotto questa tendenza. Il panorama del trattamento del cancro gastrico, infatti, si è evoluto in modo significativo negli ultimi anni, con l’introduzione dell’immunoterapia e delle terapie mirate. In questo scenario, gli inibitori dei checkpoint immunitari (in monoterapia o in combinazione con altri trattamenti) hanno mostrato effetti antitumorali su un ampio spettro di tumori solidi, inclusi i tumori gastrointestinali. Il caso clinico di seguito presentato è un esempio del significativo beneficio derivante dall’aggiunta dell’immunoterapia alla chemioterapia nel trattamento del tumore gastrico in stadio avanzato.

Autori: Gianluca Arrichiello, Nicoletta Sorrentino, Pasquale Orabona, Mena Annunziata, Antonio Piccolo, Francesca Carlino, Elisena Franzese, Michele Orditura

EstrattoL’adenocarcinoma dello stomaco metastatico rappresenta una forma a prognosi particolarmente sfavorevole di cancro, con un impatto significativo sulla mortalità a livello globale. Le stime epidemiologiche mostrano una distribuzione variabile, con tassi di incidenza maggiori in Asia orientale rispetto ai paesi occidentali, e una diagnosi frequentemente effettuata in stadi avanzati a causa della natura asintomatica nelle fasi iniziali della malattia.

Autori: Vincenzo Ricci

EstrattoIl carcinoma gastrico e della giunzione gastroesofagea rappresenta a livello mondiale il quinto tumore più comune e la quinta causa di morte per cancro. La sua incidenza varia a seconda dell’area geografica con una maggiore incidenza nell’Asia orientale. Nel carcinoma gastrico non resecabile, ricorrente o metastatico HER2 negativo, la chemioterapia sistemica rappresenta il trattamento principale, con una sopravvivenza globale mediana di circa 1 anno. Ad oggi la prima linea standard di trattamento della malattia HER2 negativa con PD-L1 Combined Positive Score (CPS) ≥5 è rappresentata da chemioterapia (doppietta con platino e fluoropirimidina) con aggiunta di nivolumab, che ha determinato un vantaggio in termini di sopravvivenza globale (Overall Survival, OS) e sopravvivenza libera da progressione (Progression Free Survival, PFS) rispetto alla solachemioterapia.

Autori: Samantha Di Donato

EstrattoI risultati aggiornati dello studio di fase 3 CheckMate 8HW, presentati al Gastrointestinal Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO GI) del 2025, hanno dimostrato che la combinazione di nivolumab con ipilimumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto alla monoterapia con nivolumab nei pazienti con carcinoma colonrettale metastatico (CRC) con deficit di riparazione dei mismatch (dMMR) o elevata instabilità dei microsatelliti (MSI-H)1. Questi risultati, combinati con la PFS superiore precedentemente riportata con nivolumab/ipilimumab rispetto alla chemioterapia nel contesto di prima linea, stabiliscono nivolumab più ipilimumab come un nuovo standard di cura per questi pazienti oncologici.

Autori: Samantha Di Donato

EstrattoLa combinazione di prima linea di nivolumab e chemioterapia ha continuato a mostrare risposte importanti e un beneficio in termini di sopravvivenza globale (OS) rispetto alla sola chemioterapia nei pazienti con carcinoma gastrico avanzato, carcinoma della giunzione gastroesofagea (GEJ) e adenocarcinoma esofageo (EAC), secondo i dati di follow-up a 5 anni dello studio di fase 3 CheckMate 649 presentati al Gastrointestinal Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO GI) del 2025. Questi risultati aggiornati mostrano che, a seconda della biologia della malattia, i pazienti hanno circa il 15% di possibilità di restare in vita dopo 5 anni.

Autori: Marco Stellato

EstrattoIl panorama terapeutico del carcinoma renale è in continua evoluzione. L’armamentario terapeutico si è progressivamente arricchito di opportunità terapeutiche tra cui l’immunoterapia, da sola o in combinazione, e gli inibitori dell’angiogenesi, VEGFR-TKI (inibitori della tirosina chinasi del recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare), con un conseguente aumento della sopravvivenza per i nostri pazienti.

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