Pubblicazioni

Autori: Angelo Vaia

EstrattoIl trial clinico globale, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, di fase III SPOTLIGHT supporta l’impiego di zolbetuximab in associazione alla chemioterapia a base di fluoropirimidina e platino per il trattamento in prima linea di pazienti adulti affetti da adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea (Gej) localmente avanzato non resecabile o metastatico, negativo al recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2) le cui cellule tumorali sono positive alla claudina 18.2 (CLDN 18.2). I dati indicano che il trattamento a base di zolbetuximab ha fornito miglioramenti statisticamente significativi nella sopravvivenza libera da progressione (PFS) e nella sopravvivenza globale (OS) rispetto alle chemioterapie standard di trattamento. La combinazione ha inoltre ridotto significativamente il rischio di morte rispetto alla sola chemioterapia.

Autori: Chiara Della Pepa

EstrattoIl carcinoma gastrico rappresenta un importante problema di salute globale. Nel 2024, in Italia, erano stimate circa 14.105 nuove diagnosi, 8.593 negli uomini e 5.512 nelle donne. Nel 2022 erano stimati quasi 10.000 decessi per questa patologia sempre con una certa disparità di genere, 8.593 negli uomini e 5.512 nelle donne. La sopravvivenza a 5 anni si aggira intorno al 30-35%1. Vi è una significativa variabilità nei dati epidemiologici tra i Paesi europei, tali differenze possono essere spiegate in parte da fattori di rischio ambientali, come l’infezione da Helicobacter pylori, e lo stile di vita (abitudini legate al fumo, consumo di alcol, assunzione di sale, consumo di carne rossa), in parte da fattori genetici.

Autori: Assunta Sgambato

EstrattoIl tumore gastrico rappresenta il quinto tumore maligno più comune al mondo e una delle principali cause di morte per cancro1,2. Nonostante l’elevata incidenza di tale neoplasia, nella maggior parte dei pazienti la diagnosi purtroppo avviene quando la malattia è ormai in stadio avanzato con prognosi infausta. La chemioterapia rappresenta lo standard di cura di prima linea nei pazienti con tumore gastrico o della giunzione gastroesofagea (GEJ) metastatico senza espressione di HER2. Tuttavia, la sola chemioterapia, sebbene sia stata un’opzione importante di trattamento per questi pazienti, è associata ad un beneficio di sopravvivenza marginale, spesso inferiore a un anno dall’inizio del trattamento. I progressi emergenti nella ricerca clinica hanno recentemente interrotto questa tendenza. Il panorama del trattamento del cancro gastrico, infatti, si è evoluto in modo significativo negli ultimi anni, con l’introduzione dell’immunoterapia e delle terapie mirate. In questo scenario, gli inibitori dei checkpoint immunitari (in monoterapia o in combinazione con altri trattamenti) hanno mostrato effetti antitumorali su un ampio spettro di tumori solidi, inclusi i tumori gastrointestinali. Il caso clinico di seguito presentato è un esempio del significativo beneficio derivante dall’aggiunta dell’immunoterapia alla chemioterapia nel trattamento del tumore gastrico in stadio avanzato.

Autori: Gianluca Arrichiello, Nicoletta Sorrentino, Pasquale Orabona, Mena Annunziata, Antonio Piccolo, Francesca Carlino, Elisena Franzese, Michele Orditura

EstrattoL’adenocarcinoma dello stomaco metastatico rappresenta una forma a prognosi particolarmente sfavorevole di cancro, con un impatto significativo sulla mortalità a livello globale. Le stime epidemiologiche mostrano una distribuzione variabile, con tassi di incidenza maggiori in Asia orientale rispetto ai paesi occidentali, e una diagnosi frequentemente effettuata in stadi avanzati a causa della natura asintomatica nelle fasi iniziali della malattia.

Autori: Vincenzo Ricci

EstrattoIl carcinoma gastrico e della giunzione gastroesofagea rappresenta a livello mondiale il quinto tumore più comune e la quinta causa di morte per cancro. La sua incidenza varia a seconda dell’area geografica con una maggiore incidenza nell’Asia orientale. Nel carcinoma gastrico non resecabile, ricorrente o metastatico HER2 negativo, la chemioterapia sistemica rappresenta il trattamento principale, con una sopravvivenza globale mediana di circa 1 anno. Ad oggi la prima linea standard di trattamento della malattia HER2 negativa con PD-L1 Combined Positive Score (CPS) ≥5 è rappresentata da chemioterapia (doppietta con platino e fluoropirimidina) con aggiunta di nivolumab, che ha determinato un vantaggio in termini di sopravvivenza globale (Overall Survival, OS) e sopravvivenza libera da progressione (Progression Free Survival, PFS) rispetto alla solachemioterapia.

Autori: Samantha Di Donato

EstrattoI risultati aggiornati dello studio di fase 3 CheckMate 8HW, presentati al Gastrointestinal Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO GI) del 2025, hanno dimostrato che la combinazione di nivolumab con ipilimumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto alla monoterapia con nivolumab nei pazienti con carcinoma colonrettale metastatico (CRC) con deficit di riparazione dei mismatch (dMMR) o elevata instabilità dei microsatelliti (MSI-H)1. Questi risultati, combinati con la PFS superiore precedentemente riportata con nivolumab/ipilimumab rispetto alla chemioterapia nel contesto di prima linea, stabiliscono nivolumab più ipilimumab come un nuovo standard di cura per questi pazienti oncologici.

Autori: Samantha Di Donato

EstrattoLa combinazione di prima linea di nivolumab e chemioterapia ha continuato a mostrare risposte importanti e un beneficio in termini di sopravvivenza globale (OS) rispetto alla sola chemioterapia nei pazienti con carcinoma gastrico avanzato, carcinoma della giunzione gastroesofagea (GEJ) e adenocarcinoma esofageo (EAC), secondo i dati di follow-up a 5 anni dello studio di fase 3 CheckMate 649 presentati al Gastrointestinal Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO GI) del 2025. Questi risultati aggiornati mostrano che, a seconda della biologia della malattia, i pazienti hanno circa il 15% di possibilità di restare in vita dopo 5 anni.

Autori: Marco Stellato

EstrattoIl panorama terapeutico del carcinoma renale è in continua evoluzione. L’armamentario terapeutico si è progressivamente arricchito di opportunità terapeutiche tra cui l’immunoterapia, da sola o in combinazione, e gli inibitori dell’angiogenesi, VEGFR-TKI (inibitori della tirosina chinasi del recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare), con un conseguente aumento della sopravvivenza per i nostri pazienti.

Autori: Luigi Della Gravara, Antonio D’Orologio, Ciro Battiloro, Danilo Rocco

EstrattoIl cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) resta, ad oggi, una delle neoplasie più diffuse al mondo, con circa 1.800.000 casi stimati all’anno, nonché una delle forme tumorali maggiormente associate ad alti tassi di mortalità, con circa 1.500.000 decessi stimati, dato che trova almeno (parziale) spiegazione nel fatto che statisticamente i 2/3 dei casi vengono diagnosticati già in fase metastatica. In tal senso, gli adenocarcinomi rappresentano il 50-60% dei casi di NSCLC metastatico, mentre i tumori squamosi costituiscono circa il 30-40% dei casi; la rimanente quota è rappresentata da tumori NOS (Not Otherwise Specified).

Autori: Mariangela Maltese

EstrattoL’approccio terapeutico al melanoma metastatico ha subito una significativa trasformazione con l’introduzione degli inibitori dei checkpoint immunitari (ICI), che hanno aperto la strada a nuove prospettive per la gestione di questa patologia. In particolare, il trattamento con anticorpi monoclonali anti-PD1 e anti-CTLA4 si è dimostrato altamente efficace nel melanoma metastatico, indipendentemente dallo stato mutazionale di BRAF1. Tuttavia, la complessità del melanoma, in particolare la sua tendenza a sviluppare metastasi cerebrali, richiede una valutazione attenta e individualizzata dei pazienti.

Autori: Marilena Di Napoli, Sergio Buonopane, Florinda Feroce, Sergio Venanzio Setola, Sabrina Rossetti, Mariadelina Simeoni, Antonio Tufano, Sandro Pignata

EstrattoNegli ultimi anni, l’introduzione nel setting metastatico degli inibitori dei checkpoint immunitari (ICIs), da soli o in strategie di combinazione con farmaci anti-angiogenetici (inibitori delle tirosin chinasi, TKIs), ha notevolmente cambiato la prognosi dei pazienti affetti da carcinoma renale metastatico migliorandone la sopravvivenza. Recentemente sono stati pubblicati i risultati definitivi di importanti trial clinici randomizzati che hanno dimostrato la maggiore efficacia di alcune combinazioni rispetto a sunitinib come terapia di prima linea per il carcinoma renale metastatico (nivolumab più ipilimumab, nivolumab più abozantinib, pembrolizumab più lenvatinib e pembrolizumab più axitinib)1-4.

Autori: Antonia Strippoli

EstrattoLa storia clinica del nostro paziente risale al 2017, quando all’età di 59 anni, in assoluto pieno benessere, è comparsa sarcofobia e inappetenza con conseguente calo ponderale. Il paziente si è pertanto sottoposto a esofagogastroduodenoscopia (EGDS) con riscontro di una neoformazione della giunzione esofago-gastrica di tipo Siewert 3. Gli esami di stadiazione non hanno mostrato metastasi a distanza né linfoadenomegalie locoregionali, motivo per cui nel mese di dicembre del 2017, è stato sottoposto a gastrectomia totale con linfoadenectomia D2.

Autori: Claudio Lotesoriere

EstrattoAl Gastrointestinal Cancers Symposium dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO Gl) del 2024 è stato presentato l'ultimo aggiornamento dello studio CheckMate 649 che riporta i dati riferiti al follow up a 4 anni. Lo studio ha valutato l'impiego della chemio-immunoterapia con nivolumab rispetto a chemioterapia standard in l linea di trattamento per pazienti con adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastro-esofagea avanzato o metastatico negativo al recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Gli endpoint primari erano la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei pazienti i cui tumori esprimevano un punteggio positivo combinato PD-L1 (CPS) ≥5. I risultati a 48 mesi confermano l'efficacia in termini di OS e PFS e un accettabile profilo sicurezza della com-binazione nivolumab + chemioterapia, in linea con i precedenti risultati a 2 e 3 anni di follow up'2.

Autori: Marco Russano

EstrattoIl trattamento standard di prima linea nel tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato e in assenza di drivers oncogenici (malattia non-oncogene addicted), prevede l’utilizzo degli inibitori dei checkpoint immunitari (ICI) in monoterapia o in associazione alla chemioterapia (CT) a base di platino.

Lingua: Italiana

EstrattoL’incontinenza nei pazienti oncologici può essere un problema complesso e multifattoriale, derivante sia dalla malattia stessa che dai trattamenti antitumorali, come chirurgia, radioterapia o chemioterapia. Inoltre, può essere a breve o a lungo termine, a seconda delle cause.

Autori: Michele Pavarana, Valentina Zen

EstrattoA livello mondiale il cancro gastrico, incluso il cancro della giunzione gastro-esofagea, è il quinto tumore più comune e la quarta causa di morte per cancro. La sua incidenza varia a seconda dell’area geografica ed è più alta nell’Asia Orientale. Circa il 18% di tutti i tumori gastrici insorge a livello del cardias. In caso di cancro gastrico non resecabile, ricorrente o metastatico HER2 negativo, la chemioterapia sistemica rappresenta il trattamento principale, con una sopravvivenza globale mediana di circa 1 anno.

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